Nel mio precedente post avevo scritto che lo sconto tra questi due giganti dello Zodiaco, Urano e Plutone, è in atto dal 2012 (terminerà nel 2016). Tuttavia, per meglio comprenderne la portata è utile tornare indietro nel tempo di quasi cinquant’anni, e precisamente all’epoca dell’ultima congiunzione tra i due pianeti, che ha avuto luogo nel biennio 1965-66.
E questo infatti l’aspetto che ha dato inizio al balletto dei due che, a partire dal quel momento si sono poi gradualmente separati, essendo come ben si sa Plutone più lento di Urano (e infatti si trova ancora in Capricorno, posizione che Urano aveva alla fine degli anni Ottanta).
Gli anni Sessanta sono stati un periodo di grandi cambiamenti a livello
mondiale, mutamenti che hanno modificato dal profondo, e in maniera
irreversibile, la società e i valori dominanti dal punto di vista ideologico e
culturale. Il quadrato degli anni 2012-2016 sta stimolando
una serie di cambiamenti sociali e culturali sulla base di quello che è stato
messo in movimento proprio in quei lontani anni.
Oltre a essere un periodo di grandi cambiamenti sociali, questo quadrato avrà naturalmente una profonda influenza sulla vita delle persone nate nel 1965 e 1966, stimolando nel loro tema natale proprio Urano e Plutone. La casa in cui si trovano e gli aspetti che eventualmente fanno con altri pianeti ci diranno come queste persone reagiranno agli stimoli e quale direzione prenderà la loro vita.
Oltre a essere un periodo di grandi cambiamenti sociali, questo quadrato avrà naturalmente una profonda influenza sulla vita delle persone nate nel 1965 e 1966, stimolando nel loro tema natale proprio Urano e Plutone. La casa in cui si trovano e gli aspetti che eventualmente fanno con altri pianeti ci diranno come queste persone reagiranno agli stimoli e quale direzione prenderà la loro vita.
La metà degli anni Sessanta vede messi in crisi vecchi equilibri e vecchi
valori. Avvenimenti drammatici si alternano ad altri che sono sovversivi ma in
senso positivo. Nel 1965 a New York
viene assassinato Malcolm X, leader
attivista per i diritti degli afroamericani, ma un anno dopo Robert Weaver diventa il primo ministro di colore nella storia del Paese.
Intanto l’America si prepara a inviare le sue truppe in Vietnam, cosa che farà tra la fine del
1965 e l’inizio dell’anno seguente, in modo sempre più massiccio. Alla politica militarista si oppone il
neonato movimento pacifista hippy al grido di Flower Power, potere ai fiori. Nella consapevolezza globale emerge
il concetto che la guerra non è più un valore per una nazione e se ne
sottolineano gli aspetti distruttivi e mortiferi, piuttosto che quelli gloriosi e patriottici cari alle generazioni
precedenti.
Tra i giovani si impone la musica pop, con i Beatles consolidano un loro successo planetario di tali proporzioni al punto che l’anno dopo John Lennon dichiarerà “Siamo più popolari di Gesù Cristo”.
Tra i giovani si impone la musica pop, con i Beatles consolidano un loro successo planetario di tali proporzioni al punto che l’anno dopo John Lennon dichiarerà “Siamo più popolari di Gesù Cristo”.
In Cina Mao Tzedong si riprende il potere contro la vecchia guardia del
Partito Comunista - che aveva cercato di eliminarlo dai giochi - guidando i movimenti degli studenti
universitari (molti dei quali riuniti nel corpo militare delle Guardie Rosse).
E’ la rivoluzione culturale cinese, periodo storico controverso che costa
alla Cina tra il mezzo milione e i settecentomila morti.
La Chiesa si svecchia: il 1965 è l’anno del Concilio Vaticano Secondo inetto da Paolo VI, che un anno dopo rinnova
ulteriormente abolendo l’Indice dei libri proibiti.
Sono solo alcuni degli avvenimenti che, a livello mondiale, contribuiscono
a mettere in discussione il potere delle autorità e i valori del vivere
borghese. I semi piantati germoglieranno nel giro di poco tempo facendo
esplodere nel 1968 la contestazione giovanile, che rovescia
per sempre il vecchio modo di vivere, per sostituirlo con uno nuovo.
Il cambiamento epocale
La società emersa dai cambiamenti iniziati negli anni Sessanta è ora
nuovamente entrata in crisi con l’inizio della quadratura tra i due giganti
dello zodiaco. Trattandosi di pianeti lenti, con un’orbita ampia, il suo effetto
ha iniziato a sentirsi anche prima del 2012 e, infatti, già nel 2011 ci sono
stati infatti accadimenti che trovano il loro impulso proprio in quell’aspetto,
come la primavera egiziana e il
movimento statunitense Occupy Wall
Street (culmine in settembre 2011
con il trigono Giove-Plutone), entrambi sfociati in proteste al culmine di
tensioni durate mesi. A questi eventi possiamo
aggiungono il vacillare del potere degli USA a livello mondiale, i separatismi
europei, la guerra in Ucraina e i conflitti che, con vari livelli di gravità,
agitano le nazioni arabe e mediorientali.
Le vecchie strutture di potere, le forme di dominio consolidate da tempo
(Capricorno) sono messe in crisi dalle sfide di chi non accetta lo status quo
(Urano). Il segno che rappresenta il
potere e che governa degli apparati di potere,
tutto ciò che è consolidato e fatto per durare a lungo, è attraversato
dal pianeta che ha nel suo DNA il compito di distruggere per rinnovare, di
portare alla luce la corruzione e le storture, per ricostruire su basi
diverse.
Plutone lo fa però a modo suo, cioè pian piano, con un processo di sgretolamento che all’inizio è quasi invisibile (ciò che ha tratto in inganno chi parlava di una crisi passeggera senza accorgersi che non ci sarebbe stato ritorno). Con i suoi tempi Plutone sta lentamente al collasso i vecchi centri di potere. Valori come il denaro, l’economia, la competitività di aziende e mercati al di sopra di tutto (che siano persone, l’ambiente naturale, le risorse del nostro pianeta), sono messi a dir poco in discussione.
Plutone lo fa però a modo suo, cioè pian piano, con un processo di sgretolamento che all’inizio è quasi invisibile (ciò che ha tratto in inganno chi parlava di una crisi passeggera senza accorgersi che non ci sarebbe stato ritorno). Con i suoi tempi Plutone sta lentamente al collasso i vecchi centri di potere. Valori come il denaro, l’economia, la competitività di aziende e mercati al di sopra di tutto (che siano persone, l’ambiente naturale, le risorse del nostro pianeta), sono messi a dir poco in discussione.
Dalla sua azione lenta ma dirompente emergerà il nuovo, rappresentato da Urano e dell’Ariete, segno cardinale che inizia il ciclo dei dodici, deputato quindi a ogni nuovo inizio. Urano è un pianeta rivoluzionario, agisce in maniera fulminea e liberatoria, abbattendo le resistenze e trascinando con sé chi non lo segue di sua spontanea volontà.
Ciò che inizia con una congiunzione si manifesta con la sua quadratura, è
stato detto. Il processo iniziato ora
segna il culmine dell’aspetto che Urano e Plutone hanno formato in Vergine alla
metà degli anni Sessanta ed è destinato a procedere fino alla loro prossima
opposizione, nel 2045.
L’esigenza di vivere in modo meno dipendente dal denaro e dal potere, più sostenibile e rispettoso dell’ambiente naturale e delle sue risorse, il crollo delle gerarchie e il farsi avanti di nuove modalità di condivisione anche nel mondo del lavoro (dove la competizione comincia a non essere più percepita come un valore ma lascia il posto a nuove forme di collaborazione), sono tutti valori che stanno emergendo in questi anni, anche grazie alle energie delle generazioni più giovani (Ariete) che al momento non riescono a trovare una loro collocazione nella società ma che, comunque, in un modo o nell’altro sono destinate a essere in prima fila nel cambiamento.
L’esigenza di vivere in modo meno dipendente dal denaro e dal potere, più sostenibile e rispettoso dell’ambiente naturale e delle sue risorse, il crollo delle gerarchie e il farsi avanti di nuove modalità di condivisione anche nel mondo del lavoro (dove la competizione comincia a non essere più percepita come un valore ma lascia il posto a nuove forme di collaborazione), sono tutti valori che stanno emergendo in questi anni, anche grazie alle energie delle generazioni più giovani (Ariete) che al momento non riescono a trovare una loro collocazione nella società ma che, comunque, in un modo o nell’altro sono destinate a essere in prima fila nel cambiamento.
Si può dire
che ne vedremo ancora delle belle?
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